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Piemonte: il Consiglio regionale contro la proposta di legge Calderisi

Piemonte: il Consiglio regionale contro la proposta di legge Calderisi

Il Consiglio regionale del Piemonte, mercoledì 30 settembre, ha votato, a larga maggioranza, due ordini del giorno (uno presentato dal nostro gruppo) contro la proposta di legge Calderisi per le prossime elezioni regionali, provinciali, comunali.

La proposta, attualmente in discussione presso la Commissione affari costituzionali della Camera prevede l’introduzione di una soglia di sbarramento del 4% per le prossime elezioni amministrative.

Il disegno dell’ex radicale, attualmente esponente del Popolo delle libertà mira a cancellare qualunque voce “stonata” rispetto ai due poli maggiori, a non dare rappresentanza a milioni di elettori/elettrici, a privare le regioni di una competenza specifica che (art 122 della Costituzione) non può essere assunta a livello centrale.

Dopo il “porcellum” in uso nelle elezioni politiche e l’accordo Berlusconi/Veltroni poco prima delle europee, i partiti di governo, con flebile opposizione del PD e di Di Pietro (si veda la legge regionale toscana) chiudono il cerchio e tentano di mettere definitivamente la mordacchia alle voci discordanti.

Il nostro ordine del giorno rileva ancora la contraddizione di un provvedimento nazionale che toglie autonomia alle regioni e restringe la rappresentanza democratica negli Enti locali senza aver definito il loro ruolo nell’ambito dei provvedimenti sul federalismo.

Il nostro o.d.g. è passato a larga maggioranza con il voto favorevole dell’intero centro sinistra. Il PD si è dichiarato favorevole all’introduzione di soglie di sbarramento, ma contrario alle imposizioni centraliste che violano l’autonomia degli enti regionali.

Certo, questo voto è solamente un piccolo atto nella costruzione di un fronte democratico che rifiuti l’impoverimento non solo del quadro politico, ma della complessa realtà sociale, base di ogni democrazia e la deriva neo- autoritaria, decisionista e personalista in atto.

La logica decisionista, da decenni,  corrompe il nostro paese, delegittima la Costituzione, nell’esaltazione del bipartitismo coatto, legandosi all’antiparlamentarismo sempre presente nella nostra storia (dalle vicende di fine ‘800 al fascismo, dall’Uomo qualunque alla Lega e al “nuovo uomo della provvidenza).

Centrale (ma quanto siamo lontani!) sarebbe la costruzione di un legame tra le emergenze sociali e il riconoscimento del diritto di rappresentanza finalizzato a dar loro voce.

La grande campagna contro la Legge truffa è, purtroppo, lontana anni luce. Comunque, riproviamoci.

Sergio Dalmasso

Consigliere regionale del Piemonte